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Il Business Process Management al servizio dell’outsourcing: strategie di gestione aziendale vincenti

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Il Business Process Management al servizio dell’outsourcing: strategie di gestione aziendale vincenti

La gestione dei processi aziendali (Business Process Management)  è una disciplina che comprende l’analisi, la modellizzazione, l’implementazione, l’esecuzione, il monitoraggio/controllo e il miglioramento continuo dei processi aziendali. Metodi e modelli sviluppati per questa attività di gestione offrono assistenza ad ampio raggio e potenziale per la maggior parte delle organizzazioni, anche se, una consapevolezza generale di esse sembra inesistente in molte organizzazioni. Infatti uno studio empirico, condotto nell’area mitteleuropea di lingua tedesca, ha raccolto dati utili su questioni relative agli investimenti attuali e futuri nella gestione dei processi aziendali, comprese le iniziative nel campo dell’outsourcing dei processi aziendali. L’analisi di tali dati consente l’interpretazione critica dell’attuale punto di vista di questa disciplina aziendale, oltre a fornire alcune nuove interessanti informazioni sulle applicazioni in uso, il livello di maturità, i benefici realizzati e le opportunità di esternalizzazione. Esiste un futuro brillante per la gestione dei processi aziendali, purché venga superato l’ostacolo più significativo, l’incapacità di collegare la disciplina alla strategia organizzativa. Il percorso per raggiungere questo obiettivo risiede nello sviluppo di un sistema di misurazione delle prestazioni affidabile ed efficace che, per la maggior parte, sarà unico per ogni organizzazione. Per tale scopo sono nate e hanno visto la loro fortuna aziende fornitrici di questi nuovi servizi integrati, supportando l’attività strategica e il core business di gruppi privati di grandi e medie dimensioni, ma anche enti pubblici e sanità.

Gestire il core business tramite l’ERP

Molte organizzazioni hanno implementato soluzioni di gestione dei processi aziendali abilitate dai sistemi di pianificazione delle risorse aziendali (ERP). Più recentemente, le organizzazioni hanno concentrato le proprie strategie sui vantaggi aggiuntivi che sono realizzabili aumentando ERP con estensioni di clienti e fornitori. La gestione flessibile dei processi, come richiesto dalle moderne relazioni cliente / fornitore, risulta troppo costosa per essere implementata tramite soluzioni ERP tradizionali. Dato che il moderno vantaggio competitivo è misurato in termini di flessibilità dei processi aziendali, i manager devono affrontare la prospettiva scoraggiante di cambiare le configurazioni ERP su base continua. Tali requisiti di rapido cambiamento di processo vanno oltre le capacità finanziarie della maggior parte delle aziende, che preferiscono lasciare invariata una configurazione ben collaudata. In che modo quindi le aziende riescono a implementare cambiamenti di processo rapidi per supportare i loro nuovi modelli di e-business?

Il mercato sta evolvendo sempre più velocemente e la necessità di rimanere al passo con i tempi è direttamente correlata al fattore competitività nei confronti dei concorrenti.

Proprio per questo può intervenire in aiuto delle imprese l’outsourcing, specialmente nel comparto IT. I servizi di Business Process Outsourcing (BPO) portano innovazione tecnologica a vantaggio della produttività dell’azienda, in quanto permettono l’esternalizzazione di tutta una serie di attività che portano via tempo e risorse al core business aziendale.  Questa pratica sta diventando sempre più percorsa e diffusa nelle aziende che vogliono mantenere alto il proprio profilo rispetto alla concorrenza.

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Outsourcing dell’Area IT e dell’area HR

Qualunque processo o risorsa che richieda una considerevole quantità di risorse o personale può e deve essere esternalizzato per liberare risorse interne necessarie ai processi primari del business principale e snellire il BPM. L’avanzamento della tecnologia è così rapido che non permette di aggiornare in modo efficiente le competenze e l’esperienza necessarie per rimanere in possesso di un comparto IT costantemente all’avanguadia. Per questo l’outsourcing delle risorse IT diventa fondamentale. In questo contesto l’esternalizzazione entra i gioco come un salvavita. È noto che questa pratica riesca a far tagliare alle attività circa un 60% dei costi. La scelta di esternalizzare il reparto delle risorse umane ad esterni che forniscano un personale qualificato e competente può essere un passo decisivo per un’azienda. L’alleggerimento permetterà ai singoli settori di concentrarsi su lavori e progetti più di loro competenza, ottimizzando al massimo l’organizzazione e le dinamiche aziendali interne. La scelta di fare affidamento su terze parti per il management dei reparti IT e dei E-digital Services  sistemi, network, sicurezza e hardware –  nonché delle HR  quindi della selezione, assunzione, valutazione del personale – permette di alleggerire il lavoro dei comparti interni e guadagnare in termini di tempo e produttività.

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Strategia di Marketing

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La Strategia di marketing

Partiamo dal presupposto che la speranza non è una strategia!. Probabilmente sappiamo anche che nel fare marketing ciò che funzionava 2 anni fa oggi è superato perché i mercati sono in rapida e costante evoluzione. Niente è facile oramai, gli anni’70 sono passati da lungo tempo e chi rimane aggrappato a ciò che funzionava paga pegno (anche chi lavora con lui!).  Quindi è necessario essere costantemente aggiornati e avere una strategia di marketing che andremo a riassumere nel nostro piano marketing.

Si, quando le cose vanno bene è facile sedersi, ma è un errore grave, dobbiamo invece investire e studiare nuove soluzioni per far crescere ancora di più il business e per evitare l’erosione di quote di mercato da parte dei competitor agguerriti che non dormono mai.
Quando siamo noi invece a inseguire, un piano marketing ci serve allo stesso modo, per tenere delineata quella che è la strategia da percorrere per ottenere gli obiettivi che ci siamo prefissati e che abbiamo descritto nel nostro documento.

Alla base del nostro marketing ci sono tutte quelle informazioni utili al business. Una volta stabiliti quelli che sono gli indicatori da tenere monitorati (KPI) dovremo controllarne l’andamento verificando anche l’efficacia di singole azioni di marketing.  Una corretta strategia di marketing ci permetterà anche nei momenti di mercato in contrazione di avere una preparazione adeguata e spalle abbastanza grandi da farvi fronte.

Può accadere che un prodotto o servizio arrivi al successo perché si creano in maniera più o meno spontanea/casuale le condizioni per il successo… poi però non essendo chiara l’alchimia che ne ha decretato la vittoria sul mercato, sarà pressoché improbabile riuscire a replicarne le condizioni per nuove iniziative di business… Mi è capitato di riscontrare questa circostanza più di una volta. Cosa mancava? Una strategia di Marketing, un avvicinamento scientifico al mercato. La strategia di Marketing deve esserci, deve essere scritta e va fatta secondo regole precise.
Per esempio… una semplice domanda: sapresti dirmi in che modo ti sei proposto finora per avere successo sul mercato?

  • Qualità superiore;
  • Innovazione;
  • Lavorando su nuovi mercati;
  • Politica di prezzo;
  • Branding …

Questa è solo una delle 80 domande preparate per cominciare il lavoro di messa a punto della Strategia di Marketing.

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Va detto che spesso le piccole e medie imprese hanno come unico fine il fatturato di fine anno, così cercano di raggiungerlo in tutti i modi, poi “anno nuovo si vedrà”. Oggi invece vince chi guarda più lontano, il fatturato di fine anno deve essere il risultato di una pianificazione di attività e di obiettivi previsti in vari passaggi. Per questo è opportuno fare un piano marketing a breve, uno a medio e uno a lungo termine (qualche anno), tutti sempre rivedibili ed adattabili alla volatilità del mercato che noi conosceremo bene grazie al sondaggio (vedi più avanti).

Oggi anche il piccolo negozio sotto casa può ragionare in modo strategico grazie alle nuove possibilità digitali, con un minimo investimento per esempio su Google Adwords. Le imprese con decine di dipendenti dovrebbero invece essere obbligate a farlo, in funzione anche di una responsabilità sociale acquisita.

Il Cliente:

Oh! Il mercato… chi compone il nostro mercato lo sappiamo? Abbiamo profilato il nostro cliente tipo così da poter sviluppare una comunicazione mirata proprio a loro? Bene, siccome è il soggetto al quale ci rivolgiamo con il nostro business, dobbiamo studiarlo approfonditamente. Un manager, un bambino e una casalinga richiedono ovviamente approcci molto diversi per riuscire a trasferire le nostre comunicazioni, sia per i contenuti da trasmettere, sia per i mezzi utilizzati (Vale sia per il B2B che per il B2C, nel primo caso dovremo profilare non delle persone ma delle imprese, come potrai approfondire nel link).

Il Sondaggio:

sondaggio strategia marketing

Adesso che abbiamo “schedato” il nostro cliente o potenziale cliente, dovremo interrogarlo per ottenere una serie di informazioni sulle sue necessità, perché “possiamo anche inventarci il prodotto/servizio più innovativo al mondo, ma se il nostro target non lo ritiene interessante… non si fattura!“. Il sondaggio ci darà una serie d’informazioni su ciò che il nostro potenziale cliente vuole, e ci dirà anche quali parole magiche utilizzare per comunicare con lui, sia che si tratti di un consumatore finale (persona) o un’impresa.
Conoscere le esigenze del cliente è di fondamentale importanza e il sondaggio probabilmente aprirà un mondo diverso da quello che molti imprenditori conoscono. Troppo spesso ci si fida di proprie sensazioni o convinzioni non verificate sul target e questo può costare caro, molto più delle energie che il responsabile marketing, o chi per lui, impiega nel fare il sondaggio.

Fino qui abbiamo detto che:

il Marketing è veloce e lo è anche il business: dobbiamo tenere aggiornato il nostro piano marketing;
– Occorre un piano marketing a breve, uno a medio e uno a lungo termine;
– Dobbiamo conoscere bene il cliente/potenziale cliente (target);
– Occorre un sondaggio.

Conoscere a fondo il nostro cliente acquisito ci favorirà nella realizzazione di strategie di business basate sul cross-selling (che puntano ad un’ulteriore/successiva vendita con caratteristiche di prodotto completamente diverse) oppure strategie di up-selling (che mirano a una vendita successiva di maggiore importanza). Conoscenza: è la parola chiave per il marketing, grazie a questa avremo un vantaggio competitivo importante e accessibile alla maggior parte delle imprese che intendono investire per restare nel business da protagonisti oggi e domani.
Certi imprenditori affermano: “lo so io cosa vuole il cliente: vuole solo un prezzo basso!” La risposta a quest’affermazione può essere soltanto: “Apple e Ferrari allora non sanno cosa stanno facendo.” O forse, l’imprenditore, per non investire in ricerca e sviluppo o per non distinguersi adeguatamente sul mercato si sta solo avvitando nella spirale suicida basata sul prezzo più basso, pur di ottenere delle vendite istantanee? Spesso è così. Un invito alla riflessione per i caduti.

Per una strategia di Marketing non casuale ma tecnica, ci sono delle tappe che devono essere rispettate:

a) Ricerca:
Con la ricerca si analizzano le opportunità che il mercato ci offre, valutandone la convenienza per l’ingresso in un business. Senza questa fase è facile commettere quegli errori fondamentali che portano a un flop.

b) Posizionamento:
Con i dati che scaturiscono dalla ricerca dobbiamo adesso stabilire quale segmento di mercato vogliamo raggiungere… per esempio, se facciamo pasta alimentare: Vogliamo essere salutisti con la pasta integrale? O lavoriamo solo grano italiano no OGM? Utilizziamo solo mano d’opera artigianale italiana? Facciamo prodotti senza glutine? ecc… Queste scelte saranno determinanti per l’attività, poiché ne caratterizzeranno la proposta unica di valore (UVP) che la nostra impresa proporrà sul mercato.
La scelte effettuate dovranno, naturalmente, tenere in massima considerazione il profilo del nostro cliente potenziale: il target, che già conosciamo con il sondaggio.

c) La tattica:
Fin qui sappiamo cosa vuole il mercato, chi è il nostro target e il tipo di posizionamento che intendiamo dare alla nostra impresa sulla base di una profittabilità di prodotto che abbiamo ritenuto adeguata. Adesso lavoreremo sulla strategia di marketing da attuare per ottenere i risultati richiesti: lavoriamo con il marketing mix (marketing mix: vedi articolo qui)

IL MARKETING MIX  cha andremo ad elaborare si compone di 4 elementi:
– PRODOTTO
– PREZZO
– PUNTO VENDITA (o distribuzione)
– PROMOZIONE (o pubblicità)

La messa a punto che faremo con queste 4 variabili fondamentali definirà le nostre azioni che andremo a mettere in atto per essere vincenti sul mercato. Se state pensando che sia complicato… in parte avete ragione, ma la differenza tra quello che probabilmente state già facendo e quello che state leggendo sta nel fatto che qui è codificato e non casuale o dettato da sensazioni personali del manager. Voglio dire che sicuramente avrete già un prodotto/servizio, con un prezzo, presente sul mercato in negozi o con una rete vendita e farete sicuramente una qualche forma di promozione e pubblicità… il punto è come questa delicata attività viene realizzata, sulla base di quali informazioni, con quali mezzi con quali risultati (risultati poi misurati?). Se invece non vi sembra complicato allora ne siete già consapevoli e lo state già facendo. Meglio così, siete sulla strada giusta.

Una sottolineatura: Sopra ho scritto “risultati poi misurati?” perché le azioni che devono portare alla crescita del business aziendale vanno tenute monitorate, talvolta è necessario modificarle per raggiungere gli obiettivi prefissati. Un responsabile marketing deve scegliere i parametri giusti (KPI) per valutare l’efficacia del piano marketing ed il ritorno ottenuto dagli investimenti (ROI – return of investment).

Avvicinarsi al Marketing:

Ho realizzato un questionario che faccio personalmente agli imprenditori. Questo permette in modo molto rapido di misurare il polso dell’impresa su alcuni temi fondamentali, in particolare l’approccio che ha l’impresa al mercato. Mi agevola molto ed è una mia peculiarità poiché l’ho sviluppato personalmente, con questo posso identificare criticità più o meno grandi prima di procedere con il lavoro di marketing e comunicazione aziendale. Le informazioni giuste creano le basi del successo. In tutto circa 80 domande, 45 minuti di domanda/risposta, e si comincia.
(Se vi chiedessi:  “l’anno scorso quanto avete investito in attività di marketing?” sapreste rispondermi?  È un’informazione strategica eppure in pochi sanno rispondere.)

Questo articolo ha lo scopo di descrivere l’approccio alla strategia di marketing che svolgo con le PMI. La descrizione è volutamente semplicistica, ci tengo ad essere compreso da tutti, non me ne vogliano i colleghi che lavorano presso grandi multinazionali. Vi racconterò in seguito l’attività di web marketing, grafica e copywriting che sviluppo contestualmente.

Keep calm and make Marketing!

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IL Marchio Enel si dà una scossa!

I cambiamenti che le imprese attuano al loro interno possono essere più o meno grandi, non tutti sono resi pubblici, a volte non conviene. Quando poi sono gruppi davvero importanti a dover gestire un cambiamento, allora diventa un’azione delicata che può provocare importanti ripercussioni, fino in borsa, con la conseguenza che può risentirne il valore stesso dell’azienda. In questo caso è il marchio ENEL a compiere un’azione di restyling davvero importante e che riguarderà tutti noi a lungo.

Nel momento in cui ci si prepara a novità di rilievo, pianificate con criterio, allora possono essere “festeggiate” con una evento pubblico, magari regalandosi un marchio nuovo: ENEL ha fatto proprio così con un’azione di rebranding presentando il nuovo marchio a Madrid.

MARCHIO PROFESSIONALE

 

Il gruppo multinazionale sotto la presidenza di Patrizia Grieco e del suo Amministratore delegato Francesco Starace, ha in atto un processo di sviluppo importante dettato dall’ultimo piano industriale. Ecco allora l’esigenza di sottolineare il nuovo corso aziendale con l’arrivo del nuovo marchio ENEL, proprio nuovo poiché non ha nulla a che vedere con il precedente. Niente restyling, si gira pagina.

marchio ENEL prima e dopo

Il risultato è un marchio che offre una dinamicità grafica piacevole. Nel video della presentazione il marchio è inizialmente fatto delle sole asticelle grigie che si animano lasciando delle scie colorate che vanno a formare la scritta Enel in vari colori. Di sicuro effetto, studiato per il significato che deve esprimere (cambiamento, movimento, energia, avanzamento, modernità…) di buon gusto e originale. L’originalità: nonostante la sua importanza nel fare branding, non sempre è rispettata, qui ci sono riusciti.

Per cui se la vostra impresa vuole trasmettere ai propri interlocutori un cambiamento forte, sarebbe il caso di prendere in considerazione un rinnovamento di immagine, se lo stanno facendo in tanti, un motivo c’é… Forse “chi si ferma è perduto”?

Ci potere giurare.

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Come vendere le scarpe a chi gira scalzo

Chi si occupa di marketing probabilmente conosce già la storiella dell’industriale calzaturiero di Hong Kong, che voleva studiare come vendere di più le sue scarpe. Il suo interesse in particolare era rivolto al mercato di una remota isola del Pacifico meridionale.
L’imprenditore invia nell’isola un acquisitore di ordini, il quale, dopo un rapido sopralluogo, invia un rapporto la cui conclusione è: “La gente da queste parti va in giro a piedi nudi.

Non esiste un mercato per le nostre calzature.” Per nulla convinto, l’industriale in questione spedisce nell’isola un venditore che, a sua volta, comunica: “Qui nessuno porta scarpe. Esiste un mercato fantastico!” Nel timore che il suo venditore si sia fatto impressionare dal vedere tanta gente priva di scarpe, l’imprenditore di Hong Kong invia questa volta un esperto di marketing.

Questi precede, secondo i principi della sua professione, a intervistare i notabili locali e un numero adeguato d’indigeni, elaborando quindi il seguente rapporto:

Gli indigeni non sono soliti portare scarpe. Tuttavia, andare in giro a piedi nudi comporta dei problemi, come ho cercato di spiegare al capo della tribù.

Egli si è dimostrato entusiasta, ritiene che il 70% della sua gente acquisterà un paio di scarpe al prezzo di 10 dollari. Noi potremmo vendere 6.000 paia di scarpe nel primo anno.

I costi per spedire e distribuire le scarpe nell’isola ammonterebbero a circa 6 dollari al paio. Potremmo quindi conseguire un margine complessivo di 20.000 dollari nel primo anno, il che significa un Roi (Return on investment, rendimento dell’investimento) del 20% superiore di cinque punti al nostro Roi normale, pari appunto al 16% Tutto ciò senza considerare i futuri guadagni che potremmo conseguire entrando in questo mercato. Raccomando quindi di procedere nell’operazione.

Come l’esempio pone in evidenza, un’efficace azione di marketing  implica un’accurata analisi delle opportunità di mercato, nonché  una valutazione degli aspetti economici e finanziari della strategia  che si intende adottare al fine di accertare se la stessa e coerente  con gli obiettivi di profittabilità dell’impresa.  La ricerca permette all’impresa di determinare in che misura  gli acquirenti dei vari mercati differiscono fra di loro in termini di  bisogni, percezioni e preferenze. Restando nel mercato delle calzature, le esigenze dei consumatori differiscono in modo sostanziale  a seconda del sesso, della conformazione fisica, degli usi prevalenti, della moda, e così via.

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I costi per spedire e distribuire le scarpe nell’isola ammonterebbero a circa 6 dollari al paio. Potremmo quindi conseguire un margine complessivo di 20.000 dollari nel primo anno, il che significa un Roi (Return on investment, rendimento dell’investimento) del 20% superiore di cinque punti al nostro Roi normale, pari appunto al 16% Tutto ciò senza considerare i futuri guadagni che potremmo conseguire entrando in questo mercato. Raccomando quindi di procedere nell’operazione.

Come l’esempio pone in evidenza, un’efficace azione di marketing implica un’accurata analisi delle opportunità di mercato, nonché una valutazione degli aspetti economici e finanziari della strategia che si intende adottare al fine di accertare se la stessa e coerente con gli obiettivi di profittabilità dell’impresa. La ricerca permette all’impresa di determinare in che misura gli acquirenti dei vari mercati differiscono fra di loro in termini di bisogni, percezioni e preferenze. Restando nel mercato delle calzature, le esigenze dei consumatori differiscono in modo sostanziale a seconda del sesso, della conformazione fisica, degli usi prevalenti, della moda, e così via.

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